Maria Bertilla nacque presso una famiglia di contadini a Brendola, un paese alle falde dei colli Berici in provincia di Vicenza. A nove anni, contro l’uso dei tempi, meritò d’essere ammessa alla prima comunione e nel 1905, all’età di sedici anni entrò nelle Suore Maestre di Santa Dorotea, figlie dei Sacri Cuori. Dopo un periodo iniziale in cui si trovò a lavorare in cucina, si diplomò infermiera all’ospedale di Treviso dove era stata inviata.
Trovò la sua vocazione nella cura degli infermi, in particolare dei bambini, durante la Prima Guerra Mondiale e a lei si rivolgono i fedeli che vogliono avere bambini o hanno bambini malati. Papa Pio XII la proclamò beata nel 1952, dopo il processo avviato nel 1925, pronunciando queste parole: “È un modello che non sgomenta. Nella sua umiltà ella ha definito la sua strada come la ‘via dei carri’, la più comune, quella del Catechismo. Non sono stati miracoli in vita, ma il suo esempio di vita ad originare il suo stesso culto”.
Ha concluso la sua vita terrena il 20 ottobre del 1922 a soli 34 anni a causa di un tumore allo stomaco sospirando: “Tutto è niente”. Dal profondo della sua povertà ed ignoranza, toccava con le sue opere e parole le vette cui erano giunti solo i più alti mistici. Fu dichiarata santa da Papa Giovanni XXIII, l’11 maggio del 1961. La casa natale di santa Maria Bertilla Boscardin è meta di pellegrinaggi e il 20 ottobre è il giorno dedicato al suo ricordo.