L’abbazia, di fondazione benedettina (800-1000), sorge nel mezzo delle Prealpi Trevigiane e Bellunesi, tra le coltivazioni di viti e frutteti, ed è densa di fascino. Dal 1146-1148, ai Benedettini subentrarono i Cistercensi, con i quali il monastero raggiunse il suo apice di potere e splendore. Il complesso monastico, dopo il 1448, divenne commenda abbaziale. Tra gli abati commendatari sono annoverati alcuni personaggi illustri, come Pietro Barbo (nel 1455), che divenne poi Papa Paolo II, e San Carlo Borromeo (nel 1560). Dalla metà del XIV secolo iniziò un periodo di decadenza, che culminò con la soppressione del monastero da parte della Serenissima due secoli dopo.
Dal 1915 nel monastero di Follina si sono insediati i Servi di Maria, che ancora oggi vi abitano. Nel 1921 l’abbazia è stata elevata a Basilica da Papa Benedetto XV. Lo splendido chiostro, di età precedente alla basilica e perfettamente conservato nell’elegante effetto di movimento creato dalle colonne che lo costituiscono, fu portato a termine nel 1268, quando i monaci cistercensi si insediarono nel monastero, come dimostra l’incisione su pietra posta sulla parte nord del chiostro stesso. L’interno della basilica è a tre navate e cinque campate.
Sull’altare maggiore spicca una moderna, ma preziosa ancona lignea in stile neogotico costruita da maestranze veneziane nel 1921, copia perfetta dell’originale presente nella chiesa di San Zaccaria a Venezia. Essa accoglie la statua in arenaria della Madonna del Sacro Calice, di probabile origine nubiana del VI secolo, da sempre oggetto di venerazione e pellegrinaggio; la sua collocazione sull’altare avvenne nel giugno 1918 e la sua incoronazione nel 1921 al termine dei restauri. Il diadema del bambino venne creato fondendo oro raccolto tra i fedeli della diocesi, mentre l’anello della corona, di diamanti e rubino, venne donato da Papa Benedetto XV. Altre pregevoli opere d’arte arricchiscono la chiesa, tra le quali spiccano gli affreschi di Francesco da Milano.